Servizi di dietologia

Ogni paziente giunge nel mio studio per una o più esigenze correlate alle sue caratteristiche personali, alla fase fisiologica della vita o alla eventuale presenza di fattori di rischio/patologie in atto. I piani dietologici proposti sono quindi personalizzati e si adattano poi nel tempo all’evoluzione del paziente e del suo quadro clinico, accompagnandolo nelle fasi delle sua vita e inserendosi nella sua routine quotidiana

Durante la visita, grazie all’anamnesi (le domande rivolte al paziente che permettono di raccogliere la sua storia, le sue abitudini, il quadro clinico) e all’insieme delle valutazioni antropometriche si stabilisce lo stato nutrizionale del paziente. Questa valutazione non è fine a sé stessa ma al contrario serve per evidenziare situazioni di rischio o già francamente patologiche, e rappresenta, anche nel soggetto sano, il punto di partenza per l’organizzazione del progetto nutrizionale personalizzato necessario e uno strumento fondamentale di rivalutazione nel tempo.

Imparare a mangiare bene è uno degli obiettivi fondamentali del percorso nutrizionale, anche quando sembra non essere l’obiettivo principale del paziente. L’obiettivo del percorso non è ottenere la massima aderenza ad uno schema nutrizionale proposto, ma al contrario coinvolgere il paziente attivamente, renderlo partecipe, istruirlo su alcune nozioni generali e specifiche per il suo quadro clinico, metterlo nella condizione di poter prendere nel tempo le giuste decisioni alimentari con serenità e naturalezza.

La gestione dell’eccesso ponderale comprende numerosi aspetti: la rilevazione di condizioni di rischio, l’identificazione delle dinamiche personali che portano ad avere un rapporto non ottimale con il cibo, la gestione di queste dinamiche disfunzionali, la compilazione di protocolli nutrizionali appropriati, l’eventuale integrazione e/o terapia farmacologica, l’eventuale necessità di trattamento multidisciplinare.

Gli ultimi dati ottenuti da “OKkio alla Salute”, il sistema di sorveglianza coordinato dal Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute (CNAPPS) dell’Istituto Superiore di Sanità, riferiscono che il 9,3% dei bambini è obeso e circa il 21% in sovrappeso.
Nell’ottica di prevenire le gravi complicanze che un’obesità già in giovane età può sviluppare nel tempo, come lo sviluppo di diabete e di ipercolesterolemia, è importante puntare ad un cambiamento duraturo dello stile di vita del paziente, che non deve viverla come un’imposizione o una punizione ma essere coinvolto nel percorso, e ovviamente tutto il nucleo familiare.

Numerose patologie hanno una stretta correlazione con l’alimentazione, e spesso la dieta rappresenta non solo un aiuto ma un vero e proprio step terapeutico per la gestione della patologia. Tra queste ci sono:

  • diabete e altre alterazioni del metabolismo glucidico come alterata glicemia digiuno, insulino-resistenza, ipoglicemie reattive, diabete gestazionale;
  • ipertensione;
  • dislipidemia (ipercolesterolemia e/o ipertrigliceridemia);
  • malattie e disturbi di natura gastro-intestinale come reflusso gastroesofageo, gastrite, MICI (malattie infiammatorie croniche intestinali), sindrome del colon irritabile (IBS), celiachia, alterazioni dell’avo (stitichezza, alvo multiplo o diarroico);
  • insufficienza renale;
  • sindrome dell’ovaio policistico (PCOS);
  • disturbi neurologici (cefalee, emicranie, Parkinson);
  • disfagia (ovvero una difficoltà nella deglutizione)

La malnutrizione per difetto è data da un deficit di energia, proteine o altri nutrienti che porta a conseguenze misurabili indesiderabili sulla composizione corporea del soggetto, sulla funzionalità di organi e tessuti e sulla prognosi. È quindi l’insieme delle alterazioni cliniche che derivano da un carente apporto (assoluto o relativo) di energia e altri nutrienti, in genere proteine. Può sembrare una situazione di esclusivo appannaggio di popolazioni più povere, che sono sicuramente più colpite per ovvi motivi, ma è molto più diffusa di quanto si possa pensare essendo frequente in individui anziani, ospedalizzati e nei pazienti affetti da anoressia nervosa o altri disturbi del comportamento alimentare.

I disturbi del comportamento alimentare sono un gruppo di condizioni molto eterogenee, di cui i più frequenti sono rappresentati dall’anoressia nervosa e dalla bulimia nervosa. Sono patologie complesse spesso caratterizzate da una disfunzione nel comportamento alimentare con un’alterata percezione dell’immagine corporea e un’eccessiva preoccupazione per il peso. Lo stato di salute fisica è quasi sempre compromesso a causa delle alterate condotte alimentari, in modo ingravescente.  Se non trattati in tempi e con metodi adeguati, i disturbi dell’alimentazione possono compromettere seriamente la salute della persona che ne soffre. Attualmente questi disturbi rappresentano un importante problema di salute pubblica, non solo per l’aumento di incidenza in entrambi i sessi a anche per il progressivo abbassamento dell’età di insorgenza, tanto che sono sempre più frequenti diagnosi in età preadolescenziale e nell’infanzia. Data la loro complessità è fondamentare intervenire precocemente ed è essenziale la collaborazione tra figure professionali diverse.

Un corretto regime alimentare, e di eventuale integrazione specifica, è in grado di fornire un supporto concreto al fine di ottenere un buon rendimento sportivo. Questo non significa solo migliorare la prestazione agonistica, ma anche rispondere a tutte le necessità nutrizionali legate al piano di allenamento, al recupero dopo l’allenamento o la gara e alla prevenzione di infortuni, nel contempo mantenendo un buono stato di salute.

Il benessere del nascituro è fortemente condizionato dalla salute materna in gravidanza, per questo, seguire un’alimentazione corretta e bilanciata è il primo gesto di cura che una madre rivolge al proprio bambino non ancora nato. Una corretta alimentazione è essenziale per garantire il benessere della gestante e del nascituro. È importante, infatti, che vengano garantite tutte le necessità per il corretto sviluppo embrionale e fetale, che vengano al contrario evitati gli alimenti che rappresentano un rischio e che si attuino tutte le indicazioni per un aumento di peso coerente con la fase di gravidanza. Le scelte alimentari sono anche importanti per gestire eventuali sintomi (come nausea, reflusso, stitichezza) o anche eventuali patologie gravidiche (come il diabete gestazionale, per il quale la dieta rappresenta una vera e propria cura).

Nell’ambito dell’alimentazione vegetariana si può fare riferimento a due modelli principali:

  • Il modello latto-ovo-vegetariano (LOV) esclude tutti i tipi di carne; include latte e derivati, uova, miele e un’ampia varietà di alimenti di origine vegetale. In tale modello sono comprese anche le varianti latto-vegetariana (LV) e ovo-vegetariana (OV);
  • Il modello vegano (VEG) che invece esclude tutti i tipi di carne, latte e derivati, uova e miele, include un’ampia varietà di alimenti di origine vegetale.

Attualmente in Italia si stima che circa il 7% della popolazione segua una dieta a base vegetale.
Secondo quanto indicato dall’American Dietetic Association: “Le diete vegetariane correttamente pianificate, comprese le diete totalmente vegetariane o vegane, sono salutari, adeguate dal punto di vista nutrizionale, e possono conferire benefici in termini di prevenzione e trattamento di alcune patologie. Le diete vegetariane ben pianificate sono appropriate per individui in tutti gli stadi del ciclo vitale, ivi inclusi gravidanza, allattamento, prima e seconda infanzia e adolescenza, e per gli atleti”. Questa posizione pone l’attenzione sia sulla appropriatezza di una dieta a base vegetale, ma anche sull’importanza che queste diete siano pianificate correttamente in modo da garantire tutti gli apporti nutrizionali necessari nelle varie fasi della vita.

La prima visita dietologica

Cosa portare

  • Gli esami ematochimici eseguiti nell’ultimo anno. Se non sono stati eseguiti verrà valutata la prescrizione durante la prima visita.

  • Eventuale documentazione medica inerente il motivo della visita (es ecografia addominale, colonscopia, visite gastroenterologiche, diabetologiche, endocrinologiche, oncologiche, lettere di dimissioni da recenti ricoveri ecc.)

  • L’elenco dei farmaci assunti con il relativo dosaggio

Valutazione della composizione corporea

  • Presentarsi senza creme applicate su arti superiori e inferiori, mani e piedi.

  • Non effettuare importanti sforzi fisici (allenamento) prima della rilevazione.

  • Non ingerire nelle 3 ore precedenti la visita bevande zuccherine, alcoliche o alimenti molto salati o zuccherini.

  • Svuotare la vescica prima di recarsi in visita.

Come funziona

Il primo incontro dura circa un’ora. Con le ovvie variazioni che possono presentarsi tra un paziente e l’altro, in base al quadro clinico e alle caratteristiche individuali di ognuno, ecco gli step della prima visita:

Acquisizione consenso trattamento dei dati personali (a cura dei genitori se paziente minorenne).

Raccolta dell’anamnesi familiare, fisiologica, patologica e farmacologica della paziente. Presa visione di eventuali referti clinici ed esami del sangue portati in visione.

Raccolta dell’anamnesi alimentare con ausilio del software Winfood® o Metadieta®. Questo è un momento molto importante, in cui potrai raccontarmi le tue abitudini alimentari, inserite all’interno della tua personale routine, senza paura di essere giudicato. In alcune circostanze, durante questa fase posso essere affiancata da una figura professionale di supporto, il dietista.

Visita medica con esame obiettivo generico, misurazione della pressione arteriosa con sfigmomanometro manuale o digitale Omron® .

Raccolta dei dati antropometrici: bilancia e altimetro SECA®, metro flessibile per misurazioni antropometriche. Se lo ritengo utile procedo all’esame di bioimpedenziometria (strumento Seca mBCA 525 in grado di eseguire analisi segmentale grazie ai 4 poli di misurazione, anche in multifrequenza), nel caso in cui la BIA sia controindicata o non applicabile posso decidere di procedere alla misurazione delle pliche cutanee con plicometro Harpenden®. Queste misure mi permetteranno di individuare la tua classe di peso, evidenziare l’eventuale presenza di fattori di rischio cardiovascolare e/o di alcuni indici di rischio di malnutrizione ecc.

Alla fine della visita medica e delle varie misurazioni, ti spiegherò le conclusioni riporterò i riscontri che ho tratto dalle mie osservazioni e avremo finalmente modo di discutere del programma di trattamento e delle eventuali prescrizioni.

Stampa e consegna del referto medico.

Come accennato, questo è solo uno schema generico e non rappresenta necessariamente quello che accade durante ogni visita. Ogni paziente è realmente unico, e mi focalizzerò più su un aspetto, piuttosto che su di un altro, in relazione alla persona che avrò davanti e a ciò che riterrò più opportuno basandomi sulla mia esperienza. L’approccio personalizzato, infatti, non significa solo che ogni schema nutrizionale sarà costruito specificatamente su quel paziente, ma che tutto il percorso sarà incentrato su di lui. Ad esempio, nel caso del paziente sportivo la misurazione della composizione corporea è imprescindibile, al contrario nel caso di un paziente che lotta da tempo con un problema di obesità sarà molto più importante dedicare del tempo a capire quali dinamiche psicologiche lo portano ad avere questo problema rispetto a calcolare con esattezza alcune misurazioni antropometriche.

L’elaborazione dello schema nutrizionale personalizzato (elaborato con software Winfood® o Metadieta®) avviene in una settimana circa dalla visita, e sarà inviato via mail o consegnato a mano nel caso in cui il paziente non disponga di stampante.

La prima visita rappresenta solo la prima tappa del nostro cammino e, per quanto importante, spesso non permette di andare a fondo delle dinamiche assolutamente personali e specifiche del paziente che ho davanti. Sarebbe riduttivo e presuntuoso da parte mia pensare di poter conoscere davvero il paziente dopo una sola ora trascorsa insieme, senza aver visto, per esempio, il modo di rapportarsi con i primi successi e con le prime difficoltà, senza aver conosciuto le dinamiche dell’ambiente in cui vive, delle difficoltà che affronta ogni giorno, della reazione allo schema alimentare.

Questo vale per tutti, ma a maggior ragione per pazienti che affrontano dinamiche alimentari disfunzionali e problemi di peso da lunga data, e che potrebbero aver già affrontato dei percorsi nutrizionali senza successo. Questi pazienti sanno bene che, per risolvere il problema, non basta vedersi consegnare l’ennesima dieta, dopo una visita in cui sono stati semplicemente elencati i problemi di salute e quello che viene assunto abitualmente. È infatti solo durante il susseguirsi delle visite di controllo che avrò modo di conoscerti davvero, darti consigli personalizzati, risposte cucite sulla tua routine e sul tuo modo di affrontare l’alimentazione, prescriverti eventuali approfondimenti o farmaci, affiancarti nel percorso e aiutarti ad affrontare ogni ostacolo o sfida che si presenterà.

I controlli hanno generalmente una durata di 20-30 minuti e hanno una frequenza variabile in base a quanto riterrò opportuno di volta in volta (in media ogni 40 giorni). È molto importante venire ai controlli serenamente, non c’è nessuno motivo di avere paura della mia bilancia né tanto meno di me. Il controllo è un’opportunità, l’opportunità di avere un consiglio professionale, un parere, un’opzione, un sostegno medico nel percorso nutrizionale e di salute.